📋 Informazioni Film

Titolo

2001: Odissea nello spazio

Anno

1968

Titolo Originale

2001: A Space Odyssey

Genere

Fantascienza

Durata

141 minuti

Nazione

United Kingdom

Data di Uscita

02/04/1968

Produzione

Stanley Kubrick Productions

📖 Trama

Un gigantesco monolite, individuato sulla superficie lunare, trasmette dei messaggi radio in direzione del pianeta Giove. Per seguire il fascio di onde elettromagnetiche viene organizzata una spedizione che ben presto però si trova in balia del computer che governa l'astronave. La lotta avrà un solo vincitore.

⭐ Recensione

di Grande_mur87

Come iniziare? E’ questa la domanda principale a cui bisogna far fronte ogni qualvolta ci si trova a dover descrivere il colossal dell’amato-odiato Stanley Kubrik. E non sempre la risposta a tale domanda è facile da trovare. Si potrebbe cominciare col parlare della trama del film, narrando come il famigerato monolito nero, entrato ormai di diritto nell’immaginario collettivo, sia giunto sulla Terra quando ancora l’uomo era un lontano e futuro parente di un gruppo di scimmie appena distaccatesi dall’albero genealogico dei loro fratelli primati. Oppure si potrebbero da subito mettere in evidenza i tratti meramente tecnici del film, come, ad esempio, la caratteristica scenografia anni ’70, le scelte cinematografiche del regista e così di seguito. Tuttavia, è giusto credere che l’una o l’altra opzione potrebbero non rendere giustizia alla creatura di Kubrik. E allora, come iniziare? La risposta potrebbe essere la seguente: non provare nemmeno a realizzare un punto d’inizio, ma lasciare che il film faccia tutto da sé e lasciarsi travolgere da esso come in mezzo ad un mare in tempesta. In effetti, agli occhi dei più, ciò sembrerebbe una follia, ma in verità è, forse, l’unica soluzione. Pochi, probabilmente, sapranno dell’enigmatica quanto affascinante affermazione del Maestro Stanley, il quale affermò, un anno dopo l’uscita del film: "Se qualcuno l’ha capito, io ho sbagliato." Egli, infatti, non concesse alcuna spiegazione riguardo agli inevitabili interrogativi che pone il film e tale scelta ha permesso a ‘2001: Odissea nello Spazio’ di continuare ad essere ciò che è ancora oggi, ossia una pellicola col potere di creare scompiglio tra gli appassionati cinefili e gli occasionali videospettatori, ma, soprattutto, dotata di un fascino irresistibile che, accompagnata dalla leggendaria e divina colonna sonora che la caratterizza, pone l’individuo innanzi ai quesiti che la razza umana si porta dietro dalla nascita. Uno dei tanti meriti di Stanley Kubrik fu quello di ottenere la collaborazione dell’inventore originario della storia da cui la pellicola è tratta. Arthur C. Clarke, autore de ‘La sentinella’ (quale nome più adatto a descrivere il monolito), accettò di aiutare il suddetto regista nella realizzazione di quella che divenne una delle divinità principali nell’Olimpo dei lungometraggi. Una curiosità: nelle pagine del testo di Clarke il monolito ha una forma piramidale, ma Kubrik decise di evitare ogni accostamento con una forma geometrica che potesse essere facilmente riconosciuta, e così optò per il famigerato parallelepipedo. Il punto debole del film, l’unico che, con ogni probabilità, potrebbe essere scovato, sta nella lentezza del ritmo con cui la trama va sviluppandosi, neo a cui ovvia il tanto discusso seguito ‘2010: L’anno del contatto’, prodotto da Peter Hyams. La maestria di Kubrik si rende da subito evidente, allorché viene raccontato l’arrivo (se di arrivo si tratta) del monolito sulla Terra e di come venne trovato da un gruppo di uomini-scimmia. Le voci provenienti dal blocco sono una fra le trovate cinematografiche più azzeccate di sempre, e, impossibile negarlo, incutono anche un po’ d’inquietudine. Ma cos’è, in realtà, questo famigerato monolito nero? In molti hanno tentato invano di dare una risposta; c’è chi afferma che sia una divinità, altri sostengono si tratti di una creatura aliena o addirittura di una sonda. Ma, forse, è più corretto credere che il genio di Kubrik abbia dato vita ad una somma di tutte queste cose. Non a caso, infatti, le scimmie che ritrovano l’oggetto in questione iniziano a comprendere il mondo che le circonda e a sviluppare il proprio intelletto subito dopo il contatto con esso. Basti ricordare la scena in cui l’uomo-scimmia si rende conto per la prima volta di poter utilizzare un semplice osso come strumento da caccia o di offesa/difesa. In sostanza, quindi, il blocco racchiude in sé la risposta a tutte le domande primordiali, spiegando, in tal modo, la filosofia, la religione, la scienza. Le note del Danubio Blu di Johann Strauss, che fanno da sfondo alle iniziali scene spaziali e ai titoli di coda, potrebbero risultare non idonee ad un film fantascientifico in cui di tutto si parla fuorché di musica classica, ma ad una più attenta osservazione ci si rende conto di come, al contrario, siano stata la scelta migliore per accompagnare una storia che narra della nascita della razza umana. La scenografia e la pellicola, caratteristiche di quei tempi, appaiono un po’ antiquate (che Stanley perdoni tale insulto!), ma hanno ancora il loro fascino. Il film si sviluppa in tre capitoli: L’alba dell’uomo-Missione Giove-Giove e oltre l’infinito. Il primo parte dal ritrovamento del monolito da parte delle scimmie e prosegue con la missione lunare del dottor Floyd volta a far chiarezza su un secondo blocco ritrovato, per l’appunto, sul nostro satellite e di cui risulta che abbia ben 4 milioni di anni. Il secondo, il più longevo, narra dell’odissea spaziale della Discovery 1, un’astronave inviata verso il gigante gassoso e comandata da Frank Poole e David Bowman. La nave è gestita dal celeberrimo computer HAL 9000, dotato di una capacità di calcolo elevatissima e, per di più, di un simulatore di personalità che permette un miglior approccio con esso per gli astronauti. Nelle vicinanze di Giove, però, HAL "impazzisce" e uccide tutti gli occupanti della Discovery, ad eccezione di David, che riesce a salvarsi disconnettendo i circuiti del calcolatore. E’ in questo momento che viene svelato l’obiettivo della missione gioviana. Si era scoperto che il monolito lunare emetteva dei segnali verso il suddetto pianeta e che la sua origine era aliena, e, pertanto, l’equipaggio dell’astronave avrebbe dovuto far chiarezza sulla meta dei segnali stessi. Il terzo capitolo, infine, racconta del viaggio compiuto da Dave Bowman attraverso l’iperspazio e di come raggiunga la misteriosa stanza bianca in cui il tempo pare non avere significato, tant’è che David invecchia in pochi minuti e muore. Ma il punto forte arriva proprio in chiusura, allorché, con estremo stupore da parte degli spettatori, un feto enorme, sorto dalle ceneri di David, sorvola la Terra e la scruta con i suoi occhi giganteschi. E’ a questo punto, dunque, che viene svelato il fine della misteriosa razza aliena: sollevare l’uomo ad un nuovo gradino nella scala evolutiva. Anche ‘Odissea nello spazio’, però, non è esente da citazioni. Una su tutte è rappresentata dalla frase pronunciata da HAL 9000, in cui afferma l’impossibilità, da parte dei computer della serie 9000, di commettere errori, addossando tutta la responsabilità dello sbaglio nella valutazione del guasto dell’astronave agli uomini di bordo. E’ evidente, per chi ha avuto modo di leggere ‘Io, robot’ di Isaac Asimov, che la frase è molto simile ad una che si può trovare nel capitolo finale del libro, ove si parla degli errori commessi dalle macchine in dotazione alle quattro regioni in cui era diviso il pianeta. Per concludere, un’ultima domanda, di rito per i film di Stanley Kubrik: come giudicare il suo operato? Nel corso degli anni il regista è stato oggetto di una contesa fra coloro che lo accusavano di creare pellicole poco comprensibili e, a volte, offensive verso l’etica e il pudore (basti pensare ad ‘Arancia Meccanica’ e al più recente ‘Eyes Wide Shut’), e coloro che, al contrario, lo veneravano come uno dei maestri del cinema contemporaneo, capace di indagare i problemi più profondi della figura umana e di esporli al pubblico, anche a costo di sembrare crudo e poco rispettoso delle norme morali. Il contenzioso perdura tuttora ed è destinato a protrarsi in eterno, ma, da qualsiasi parte si decida di schierarsi, è innegabile che Stanley Kubrik abbia lasciato un segno indelebile, in bene o in male, nella storia del cinema e non solo, perché i suoi lungometraggi hanno avuto il potere (e il coraggio) di abbattere quelle barriere mentali che contraddistinguono ancora oggi la razza umana, sondando e rendendo visibili i problemi e le paure che costringono l’uomo a restare solo una piccola parte di un’opera ben più complessa e affascinante. E di ciò bisogna essergliene grati.

🎬 Regia (1 registi)

Foto Nome Informazioni Azioni
Foto di Stanley Kubrick Stanley Kubrick 26/07/1928
New York City, New York, USA
👤 Bio

🎭 Cast (10 attori)

Foto Nome Informazioni Azioni
Foto di Robert Beatty Robert Beatty 19/10/1909
Hamilton, Ontario, Canada
👤 Bio
Foto di Keir Dullea Keir Dullea 30/05/1936
Cleveland, Ohio, USA
👤 Bio
Foto di Gary Lockwood Gary Lockwood 21/02/1937
Van Nuys, California, USA
👤 Bio
Foto di Douglas Rain Douglas Rain 13/03/1928
Winnipeg, Manitoba, Canada
👤 Bio
Foto di Daniel Richter Daniel Richter 15/06/1939
Darien, Connecticut, USA
👤 Bio
Foto di Leonard Rossiter Leonard Rossiter 21/10/1926
Wavertree, Liverpool, England, UK
👤 Bio
🎭
Sean Sullivan 26/12/1921
Toronto, Ontario, Canada
👤 Bio
Foto di William Sylvester William Sylvester 31/01/1922
Oakland, California, USA
👤 Bio
Foto di Margaret Tyzack Margaret Tyzack 09/09/1931
Essex, England
👤 Bio
🎭
Frank W. Miller 👤 Bio

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2001: Odissea Nello Spazio

1968 • Fantascienza

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