🎬 Il cubo 2: Hypercube

Otto persone si risvegliano all’interno di una struttura composta da stanze cubiche comunicanti fra loro grazie a dei portelli situati nel mezzo delle pareti, compresi pavimento e soffitto. Durante il girovagare apparentemente senza costrutto i vari reclusi avranno modo, più o meno casualmente, di ritrovarsi tutti insieme e scoprire, tra una fuga e l’altra dalle trappole presenti nelle stanze, di essere tutti legati da un filo comune. Qualcuno li ha infatti rinchiusi in quello che arriveranno a dedurre essere un Ipercubo, concetto di cubo con una quarta dimensione sinora soltanto teorizzato dalla Fisica Quantistica.

Larghezza, altezza, profondità. Sono queste le dimensioni spaziali accessibili a noi miseri umani. Ma cosa succederebbe se ne esistesse una quarta? Quali incredibili cambiamenti si verificherebbero nel nostro modo di pensare e vedere le cose se scoprissimo la presenza di una nuova realtà a noi parallela, ma impossibile da percepire? Tutto ciò, in matematica, è rappresentato dalla figura dell'ipercubo. Noto anche come 'tesseratto', l'ipercubo, così come l'ipersfera e l'ipertetraedro, è la trasposizione in quattro dimensioni di una figura geometrica nota all'uomo fin dai tempi di Euclide, e che potrebbe essere la prova definitiva del multiverso. Non stupisce, pertanto, che Andrzej Sekula abbia scelto questo tema come sfondo del sequel di uno dei film più claustrofobici e originali di sempre. Tutto inizia come era finito. Otto persone, apparentemente scelte a caso, si ritrovano prigioniere di un labirinto costituito da stanze a forma di cubo e perfettamente identiche fra di loro. Questa volta, però, qualcosa è cambiato. Il primo 'cubo' era un enorme insieme di meccanismi e trappole d'ogni genere e le varie stanze avevano anche un diverso colore. Il nuovo 'cubo', invece, è totalmente bianco, non vi sono più le mortali trappole e le varie stanze comunicano fra loro tramite pannelli automatici con sensori sensibili al tatto. Un senso di disorientamento accompagna lo spettatore e gli otto sventurati per l'intera durata del film. Ogni cosa pare ripetersi all'infinito e per quanto essi possano passare da una camera all'altra, è come se tornassero sempre al punto di partenza. Finché, uno di loro, Jerry, notando il disegno di un ipercubo sulle pareti delle stanze, comprende l'amara situazione in cui sono finiti. La caratteristica lodevole della serie di 'The Cube' è quella di fornire i particolari 'col contagocce' e di riservarsi i colpi di scena fino alle battute conclusive della pellicola. Non mancano incredibili effetti speciali che ben si accompagnano allo svolgimento della trama fantascientifica(?). Inevitabili alcuni nodi con il primo episodio, come, ad esempio, il fatto che tutti i prigionieri hanno, chi più chi meno, un legame con il loro 'rapitore', oppure il misterioso significato dei numeri. Non spicca, invece, la colonna sonora, troppo poco utilizzata ed incisiva, presumibilmente per conferire maggior enfasi all'atmosfera di mistero che avvolge il film. Molto ben sviluppato è l'argomento degli universi paralleli, scientificamente dimostrato dalla fisica quantistica (si veda il Principio di Indeterminazione di Heisenberg, oppure, più semplicemente, Einstein). Per ciò che riguarda la recitazione degli attori, non tutti riescono a dare il massimo, come Lindsey Connell (Julia) o Matthew Ferguson (Max), troppo in ombra nello svolgimento della trama. Altri, al contrario, riescono a fornire un'interpretazione di buona qualità ed adatta al proprio personaggio(si veda Kari Matchett per Kate o Geraint Wyn Davies per Simon). Hypercube è, senza ombra di dubbio, un film da vedere sia per chi ha avuto modo di seguire il primo episodio, sia per chi si avvicina per la prima volta alla trilogia con l'intento di scoprire i segreti del multiverso.