🎬 Una scatenata dozzina

I coniugi Baker, Tom e Kate, sono un inno vivente alla fertilità ed ai valori familiari, con dodici figli all'attivo e nessun rimorso in merito. La movimentata routine provinciale dei Baker verrà interrotta quando al patriarca, coach di football americano, verrà offerta la panchina dei propri sogni, quella degli Stallions; per allenare la prestigiosa squadra dovrà però spostarsi in una grande città, con tutta la famiglia al seguito. Tra tentativi di sabotaggio da parte dei ragazzi, scontenti del trasferimento, e una irripetibile opportunità di carriera che allontanerà mamma Kate da casa per alcuni giorni, Tom cercherà di non essere travolto dalla scatenata dozzina. Con esiti disastrosi.

Tanto tempo fa, negli anni ’50, c’erano due genitori, Clifton Webb e Mirna Loy alle prese con una scatenata dozzina di figli in un film chiamato 'Dodici lo chiamano papà'. Dopo più di cinquant’anni quella famiglia scatenata è tornata a rivivere grazie al remake ‘Una scatenata Dozzina’ con Steve Martin, che come sempre fa sfoggio della sua simpatia e della sua bravura come padre famiglia alle prese con una moglie scrittrice e 12 ragazzi. E’ tutto sommato una bella commedia adatta a tutta la famiglia. Il film racconta di questa grande famiglia che si trasferisce da una provincia rurale nella Grande Mela, dove i 12 ragazzi si daranno da fare con scherzi, capricci, lampadari in testa, un cane che ne fa di tutte pur di convincere i genitori a tornare nella loro vecchia casa. Tra le varie chicche del film bisogna sicuramente ricordare la rana che salta nel piatto delle uova strapazzate schizzando tutta la famiglia, l’elettricista che rimane appeso al lampadario e il cane che morde il pantalone del fidanzato della figlia maggiore. Il film della Fox si fa forte del rispetto pieno della tradizione e dei ruoli, mirando basso quanto basta per raccogliere una volta ancora il più largo consenso possibile attorno a quelli che sono i due valori fondanti della cultura americana: la centralità della famiglia e la purezza della campagna.  Tuttavia il film gioca bene alcune sue carte: la recitazione degli attori è straordinaria , la maggior parte dei quali è sotto i tredici anni e un commento musicale che a volte vola più in alto delle proprie mansioni di rito, come nella scelta di far esplodere "Help" dei Beatles nel momento in cui papà Baker si trova ad affrontare l’impervia e ostica ricerca della baby sitter. Oltre a Kutcher, la pellicola ospita altri tre idoli dei teenager, ovvero l’inespressivo Superman di Smallville Tom Weeling, la bella Piper "Coyote Ugly" Perabo e la pop-star Hilary Duff. Alla Perabo le viene affidato il ruolo della figlia, ormai adulta che è via da casa, cercando di crearsi una vita sua, ma con un po’ di insuccesso visto che comunque è ancora indispensabile per i suoi fratellini. Weeling ha il ruolo del fratello maggiore a cui non va bene niente. Si trova la ragazza ed è costretto ad andare via da lei per seguire il resto della famiglia, non viene accettato nella squadra di football della sua nuova scuola e soprattutto non riesce a farsi degli amici. Per ultima rimane la Duff… Lei ricopre il ruolo della ragazza un po’ viziatella, fissata per il trucco, per i ragazzi, per i soldi e chi ne ha più ne metta. Riesce ad impersonare benissimo la ragazzina tipo della società attuale che pensa che tutto l’universo tutto intorno a lei. Chissà se poi alla fine la Duff ha recitato o è stata solamente se stessa… Comunque come spesso accade nei film sulla famiglia, ad una partenza esilarante e scherzosa, segue un secondo tempo un po’ monotono con la solita morale: l’unica cosa che conta alla fine è la famiglia e che non bisogna compromettere l’unità del gruppo.